Sarà possibile produrre l’acqua in casa ricavandola dall’aria

Ha le dimensioni di un piccolo frigo e costa come un modello top di gamma, ma le sue prestazioni valgono la spesa: non a caso si chiama “GENius” e all’interno di questo algido parallelepipedo color argento si consuma una reazione chimica che converte l’aria in acqua. Alla prima spiegazione si reagisce come di fronte a un miraggio. Ma poi la tecnologia di Water-Gen ha la meglio sul senso di allucinazione: i suoi tecnici ti assicurano che puoi piazzare il magico strumento in cucina o in giardino, perfino nel deserto, e il resto è solo pazienza. Ogni 24 ore ricava dall’umidità dell’atmosfera _ tanta o scarsa che sia _ 30 litri di purissima H2O. Da bere. E naturalmente la spiegazione termina con un bicchiere colmo, riempito grazie a un rubinetto di design.
“GENius” _ promette la società israeliana che lo produce _ arriverà sul mercato già nel 2018 in varie versioni. Compresa quella per utilizzi commerciali e militari: la più potente assomiglia a un container e genera 6 mila litri ogni giorno. E i consumi energetici, come nel modello mini, sono sempre bassissimi, pensati per obbedire alle severe logiche della sostenibilità. D’altra parte, se l’acqua è sempre più preziosa, in Medio Oriente come nel resto del Pianeta, che senso avrebbe produrla, sprecando altre risorse e per di più inquinando? L’oro blu _ che ormai ossessiona miliardi di individui, per la sua mancanza, quando imperversa la siccità, o per la sua distruttività, quando si scatenano uragani e alluvioni _ è un bene talmente fragile e multiforme da richiedere la migliore inventiva. Così l’intelligenza _ quella neuronale dei tecnici e quella artificiale dei software _ si è esibita a “Watec 2017”, il meeting di Tel Aviv dedicato proprio all’acqua, a come gestirla al meglio, risparmiandola, riciclandola, rigenerandola e _ dimostra Water-Gen _ producendola.
Se oggi vanno per la maggiore le metafore che evocano la liquidità dei pensieri e dei processi, al “Watec” la “liquidità” consiste in un flusso continuo di problemi emergenti e di soluzioni possibili. Natael Raisch e Alan Bauer, per esempio, hanno brevettato una specialissima chiavetta: frutto della loro start-up, Lishtot, considerata tra le più brillanti del momento, si accosta a una bottiglia o a un bicchiere e in 5 secondi sa riconoscere se il contenuto è puro oppure contaminato _ dice Raisch _ “da patogeni, metalli pesanti e sostanze chimiche”.
Mentre sollecita la creatività, l’acqua sta spalancando inattese forme di business. E al “Watec” è facile rendersi conto che gli approcci eco alle risorse naturali sono immense opportunità. Più “green” significa anche più “money” e le aziende _ nascenti o già affermate _ lo testimoniano con i loro stand, in cui è continuo il rimando a software impalpabili e solide macchine di ultima generazione.