Tutela del mare per un’economia blu sostenibile

In Europa il futuro del green passa dal blu. Il blu dei mari in buona salute. “Avere degli oceani in salute è un prerequisito indispensabile per un’economia blu fiorente. Inquinamento, pesca eccessiva e distruzione degli habitat, associati agli effetti della crisi climatica, sono tutti fattori che minacciano la ricca biodiversità marina. Dobbiamo cambiare atteggiamento e sviluppare un’economia sostenibile in cui protezione ambientale e attività economiche procedono di pari passo”. A dirlo, in concomitanza con la Giornata degli oceani che si è celebrata l’8 giugno scorso, è Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo per il Green Deal parlando della proposta della Commissione europea per un nuovo approccio a un’economia sostenibile.
Questo nuovo approccio comprende tutti i settori economici connessi agli oceani, ai mari e alle coste, sia che svolgano la loro attività direttamente in mare, come per esempio i trasporti marittimi, i prodotti ittici, la generazione di energia, che sulla terraferma, come porti, cantieri navali, infrastrutture costiere. Questi settori occupano in Europa 4,5 milioni di persone e generano un fatturato di oltre 650 miliardi di euro. Il solo turismo marittimo e costiero rappresenta il 60% dell’occupazione nell’economia blu.
Per il nostro Paese questa è una partita vitale. Lo dicono i numeri. L’Italia è al secondo posto nell’Unione Europea nel trasporto marittimo (produce il 13% del fatturato totale), al terzo nel turismo costiero (12%) e al quarto nel comparto della costruzione navale, della riparazione e delle attività portuali.
“La pandemia non ha segnato allo stesso modo i vari settori dell’economia marittima, ma li ha comunque colpiti tutti pesantemente”, ha ricordato Virginijus Sinkevičius, commissario europeo per l’Ambiente, gli affari marittimi e la pesca. “Abbiamo l’opportunità di ricominciare ex novo, e vogliamo assicurarci che la ripresa prenda le distanze dal semplice sfruttamento”, ha proseguito, “e metta al centro la sostenibilità e la resilienza. Per essere veramente verdi, dobbiamo pensare blu”.
La Commissione europea chiede quindi ai settori che operano a contatto con il mare di fare la loro parte nella difesa del pianeta. Propone un nuovo approccio, in 5 punti, per le industrie e i settori connessi agli oceani, ai mari e alle coste per conseguire gli obiettivi del Green Deal Europeo e per assicurare una ripresa.
Raggiungere gli obiettivi della neutralità climatica e dell’inquinamento zero. Questo deve avvenire, in particolare, attraverso lo sviluppo di energie rinnovabili offshore, la decarbonizzazione del trasporto marittimo e delle operazioni di pesca e la diminuzione dell’impatto ambientale dei porti. Una combinazione tra energia eolica galleggiante, ed energia prodotta dal moto ondoso, dalle maree e dal differenziale termico potrebbe generare nel 2050 un quarto dell’elettricità dell’Unione Europea. Occorre ridurre del 90% le emissioni di gas serra dovute al trasporto marittimo, che rappresenta oltre l’80% del commercio mondiale in termini di volume. I cantieri navali devono quindi prepararsi a produrre navi a emissioni zero.
Ridurre l’inquinamento. Può essere possibile attraverso nuove norme relative alla progettazione degli attrezzi per la pesca, allo smantellamento delle piattaforme offshore, a misure per ridurre la dispersione di plastica e microplastiche.
Preservare la biodiversità e investire nella natura. La protezione del 30% della superficie dei mari dell’Unione Europea invertirà la perdita di biodiversità e aumenterà gli stock ittici.
Sostenere l’adattamento ai cambiamenti climatici e la resilienza delle zone costiere. Bisogna sviluppare infrastrutture verdi e proteggere i litorali dal rischio di erosione e allagamento. Oltre la metà delle strutture ricettive turistiche europee si trova nelle zone costiere e il 30% dei pernottamenti avviene in località balneari.
Garantire una produzione alimentare sostenibile. Servono una produzione sostenibile dei prodotti ittici e nuove norme per la loro commercializzazione, un controllo più rigido della pesca, ricerca e innovazione. Nel 2022 la Commissione europea presenterà anche un’iniziativa sulle alghe per sostenere lo sviluppo di questo settore innovativo che ha il potenziale per diventare una fonte significativa di alimenti e mangimi alternativi a basse emissioni di carbonio. Inoltre, verranno stabiliti nuovi standard di marketing per migliorare l’informazione dei consumatori sulla sostenibilità ambientale e sociale dei prodotti ittici. La Commissione si è anche impegnata a sviluppare un’acquacoltura sostenibile.