Coronavirus, vaccino entro il 2020?

In questi giorni di pandemia ci siamo abituati ai pareri più o meno discordanti da parte di politici e virologi. Ma per quanto riguarda il vaccino anti coronavirus, il parere della comunità scientifica è abbastanza unanime nell’aspettarsi una soluzione tra non meno di un anno, tenuto conto delle sperimentazioni necessarie alla sua messa a punto. Ha avuto risonanza, pertanto, l’annuncio relativo al progetto italo-britannico tra Irbm e Jenner Jenner Institute/Oxford University, che prevede di ridurre i tempi di sperimentazione del vaccino e addirittura la sua commercializzazione a partire già dal prossimo autunno. Sarà possibile?
Ha cercato di fare un po’ di chiarezza il direttore di Malattie infettive del Policlinico Gemelli Irccs di Roma, Roberto Cauda, intervistato da Adn Kronos.
“In particolare, verrà accelerata al massimo la fase di produzione e distribuzione, salvaguardando il più possibile quella necessaria ad attestare sicurezza ed efficacia _ prevede Cauda _ tenendo conto del fatto che oggi la sperimentazione è più semplice che in passato. Il coronavirus non è un virus complesso come, ad esempio, l’Hiv, ma occorre stabilire con certezza la sicurezza e l’efficacia del candidato vaccino. Il fatto che ci siano più gruppi in corsa contro il tempo è molto positivo. Inoltre solo il vaccino potrà renderci davvero sicuri, considerata la presenza degli asintomatici”.
Ora poi “c’è un altro fronte caldo: quello della ‘patente di immunità’ legata ai test sierologici _ continua Cauda . In alcune aree del nostro Paese c’è una percentuale di popolazione che dovrebbe già essere protetta. Per pensare alla fase 2 dovremo poter contare sui soggetti immuni, e mantenere misure di contenimento con l’aiuto di app e smartworking”. “Senza vaccino non potremmo dirci sicuri aggiunge l’esperto _ a meno che, come ipotizzano alcuni studiosi, il virus non scompaia al’improvviso”. Come fece a suo tempo la Sars. “Magari per una mutazione. Ma certo è difficile. Dunque non ci resta che puntare al vaccino: se arrivasse entro il 2020 non sarebbe così sconvolgente, anche se tutti parlano del 2021. Questo virus ci ha sorpreso, ma la scienza a volte fa sorprese gradevoli”, conclude Cauda.