Pfas: maxi screening su 85 mila persone in Veneto

La Giunta Regionale del Veneto ha avviato una vasta operazione sanitaria per monitorare la presenza e gli effetti sulle persone dei Pfas (Sostanze Perfluoro Alchiliche) che hanno contaminato in parte il territorio regionale. Per l’azione di prevenzione, per mezzo di campionamenti e bonifiche, sono stati stanziati altri 400 mila euro. Già per il primo anno di attività saranno necessari all’incirca tre milioni di euro. Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha assicurato che la Regione, a stretto contatto con le Procure, ha messo in atto le procedure per mettere in sicurezza gli acquedotti su utto il territorio interessato, continuando a monitorare e registrare i dati per poi metterli a disposizione della magistratura. L’intento è quello di salvaguardare la salute dei cittadini, accertando i danni provocati dall’inquinamento delle sostanze perfluoroalchiliche, ricercando eventuali responsabilità, e di poter svolgere un’azione di decontaminazione delle zone interessate.
L’assessore alla Sanità regionale Coletto spiega che “si tratta di monitorare la salute delle persone e dei prodotti agricoli. Su questo aspetto, nel tempo si sono succedute le ricette più svariate. Noi abbiamo scelto la strada del rigore scientifico, lavorando fianco a fianco con l’Istituto Superiore di Sanità. Le prime lettere di convocazione per entrare nello screening, che è su base rigorosamente volontaria, sono già partite e riguardano i ragazzi di 14 anni. Tutte le prestazioni saranno esenti da ticket, così come le eventuali cure che dovessero emergere come necessarie”.
Lo screening completo, che interesserà circa 85 mila persone, si basa sulla considerazione che “la popolazione esposta ai Pfas possa presentare un maggior rischio di incorrere in malattie croniche, solitamente e principalmente determinate da quattro fattori di rischio: fumo, alcool, sedentarietà e sovrappeso. Ma tale popolazione ha avuto anche un’esposizione ad un quinto fattore di rischio, rappresentato dai Pfas, che secondo gli studi può essere associato a modifiche del metabolismo glicidico e lipidico e pertanto predisporre all’insorgenza di malattie croniche”. L’area di massimo impatto sanitario individuata come “area rossa”, è riconducibile a 21 Comuni che si trovano nelle Province di Vicenza, Padova e Verona.
Obiettivo del Piano di Sorveglianza è stimare il livello di contaminazione da PFAS nelle principali produzioni agro-zootecniche dell’area a rischio ed individuare i livelli di sicurezza di tali contaminanti negli alimenti. I risultati ottenuti dovranno essere correlati ai dati sui consumi alimentari della popolazione della zona a rischio, al fine di stimare l’esposizione per via alimentare, comprese le fonti idriche. I campioni di origine animale e vegetale verranno inviati rispettivamente all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie e all’Agenzia Regionale per l’Ambiente del Veneto.