Tumori, i dati sulla loro diffusione in Italia

Nel 2018, sono quasi 3 milioni e quattrocentomila (3.368.569) gli italiani che vivono dopo una diagnosi di tumore, che rappresentano il 6% dell’intera popolazione italiana (uno su 19): un dato in costante aumento – spiega Tgcom 24 – Ma le percentuali sulla sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi fotografano un Paese spaccato in due: al Nord si registrano i tassi migliori, in particolare nelle prime tre posizioni si collocano: Emilia-Romagna, Toscana (56% uomini e 65% donne in entrambe le Regioni) e Veneto (55% e 64%).
In coda invece il Sud con: Sicilia (52% uomini e 60% donne); Sardegna (49% e 60%) e Campania (50% e 59%).
Differenze che possono essere spiegate soprattutto con la scarsa adesione in queste aree ai programmi di screening che consentono di individuare la malattia in stadio iniziale, quando le possibilità di guarigione sono più alte, e con la preoccupante diffusione in queste Regioni di fattori di rischio come fumo, sedentarietà ed eccesso di peso.
Cosa dicono gli ultimi numeri sulla diffusione dei tumori in Italia
“Nel nostro Paese _ afferma Stefania Gori, presidente nazionale Aiom e direttore dipartimento oncologico, Irccs Ospedale Sacro Cuore Don Calabria-Negrar _ ogni giorno circa 1.000 persone ricevono una nuova diagnosi. Negli uomini, continua il calo dei tumori del polmone e della prostata e nelle donne dell’utero e dell’ovaio. Nella popolazione generale, diminuiscono le neoplasie dello stomaco e del colon-retto. Crescono però quelle del pancreas, della tiroide e il melanoma, e, nelle donne, i tumori della mammella e del polmone, quest’ultimo per la sempre maggiore diffusione dell’abitudine al fumo nella popolazione femminile. I tumori _ continua la Presidente Gori _ non solo sono curabili ma anche guaribili, grazie a terapie sempre più efficaci e alle campagne di prevenzione. Il 27% dei pazienti vivi dopo la diagnosi torna ad avere (dopo un periodo di tempo diverso in base al tipo di tumore, al sesso, all’età di insorgenza) la stessa aspettativa di vita della popolazione generale: nel 2010 erano 704.648, nel 2018 sono 909.514, con un incremento del 29%”.
Le differenze regionali
Secondo la pubblicazione i tumori colpiscono meno nel Meridione, infatti il tasso d’incidenza è più basso del 13% tra gli uomini e del 16% tra le donne al Sud rispetto al Nord. Le tre Regioni con il più alto numero di diagnosi stimate nel 2018 sono Lombardia (64.200), Lazio (33.850) e Veneto (31.850). “Le stime dei casi attesi _ afferma Lucia Mangone, presidente Airtum _ sono importanti anche a livello regionale, perché i servizi diagnostici e terapeutici devono essere programmati su questi ordini di grandezza.
Oggi in Italia il 63% delle donne e il 54% degli uomini sono vivi a 5 anni dalla diagnosi. Il nostro Paese, se valutato nel complesso, presenta un quadro di sopravvivenza pari o superiore alla media europea, ma, scendendo nel dettaglio regionale, la residenza diventa un determinante prognostico importante che indica una disomogeneità nell’accesso a programmi di diagnosi precoce e a cure di alta qualità, con una discriminazione dei cittadini del Meridione purtroppo ancora presente, sebbene la tendenza sia in miglioramento rispetto al passato”.
I dati sulla mortalità
Inoltre nel Sud, dove gli screening oncologici sono ancora poco diffusi, non si registra la riduzione della mortalità e dell’incidenza dei tumori della mammella, del colon-retto e della cervice uterina, osservata invece nelle altre Regioni in cui l’adesione a questi programmi è più alta. Nel 2015 (ultimo anno disponibile) nel nostro Paese sono stati 178.232 i decessi attribuibili al cancro. La prima causa di morte oncologica è costituita dal carcinoma del polmone (33.836 decessi nel 2015), seguito dal colon-retto (18.935), mammella (12.381), pancreas (11.463) e fegato (9.675).