Tra vent’anni anni i veicoli senza pilota saranno 33 milioni

Nel 2040 le auto circolanti dotate di pilota automatico di livello 4 e 5 – cioè che non richiedono al guidatore di intervenire sui comandi – saranno oltre 33 milioni: ne sono convinti gli analisti della IHS Markit, che prevedono un importante incremento delle vendite di vetture a guida autonoma nel periodo compreso fra il 2021 e il 2040; ma già nel 2025 i mezzi che marciano senza conducente saranno oltre un milione. Una crescita progressiva, promossa dai privati e dai servizi di mobilità come Uber o Lyft.
Su scala globale saranno gli Stati Uniti il leader in termini di produzione e adozione dei mezzi autonomi, già a partire dal 2019. A Cina ed Europa serviranno 3 anni in più prima che il giro d’affari di questo genere di vetture diventi consistente: in compenso nel 2040 la Repubblica Popolare sarà di gran lunga il primo mercato mondiale per questo genere di veicoli, con 14,5 milioni di auto immatricolate annualmente: quasi il doppio rispetto ai 7,4 milioni di unità registrati negli Usa; mentre in Europa il computo dovrebbe attestarsi a quota 5,5 milioni. Dati che sono del tutto analoghi a quelli relativi alla diffusione delle vetture elettriche.
Secondo le stime di IHS Markit fra 22 anni Stati Uniti, Cina ed Europa assorbiranno da soli 27,4 milioni di autovetture che fanno a meno del conducente, contro i 6,3 milioni di altri mercati. Tuttavia è bene tener presente che queste stime fanno i conti con una serie di fattori non del tutto definiti, dipendenti soprattutto dall’efficienza delle pubbliche amministrazioni: queste avranno il compito di adeguare le leggi ai nuovi scenari della mobilità al fine di favorire le condizioni burocratiche necessarie all’attecchimento dell’autopilota.
Anche i costruttori, con relativo bagaglio tecnologico e competitività sul mercato, avranno un ruolo determinante in tal senso: le marche di lusso saranno certamente le prime ad arrivare sul mercato, precedendo di qualche anno i brand generalisti e quelli low-cost. Non tutti però svilupperanno in casa la componentistica necessaria ai veicoli autonomo: questo spiega perché giganti dell’hi-tech come Apple, Google o Samsung stiano investendo miliardi in ricerca e sviluppo, con la prospettiva di diventare fornitori dell’industria automotive.