Tumori, in Italia meno spesa per lo screening

In Italia la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi “presenta tassi più alti rispetto alla media europea nei tumori più frequenti, ma ci sono meno risorse per gli screening”. A fare il punto in una conferenza online è l’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) in occasione del Congresso della Società americana di oncologia medica (Asco), svoltosi dal 29 al 31 maggio scorso in forma virtuale per l’emergenza Covid-19, e non come di consuetudine a Chicago. L’Aiom lancia un grande programma per l’adesione agli screening.
“L’Italia è al terzo posto in Europa per la spesa per terapie anticancro, dopo Germania e Francia. Le uscite per i farmaci antineoplastici, nel 2018, hanno raggiunto i 5 miliardi e 659 milioni _ precisano gli oncologi dell’Aiom . Anche se spendiamo meno rispetto ad altri Paesi, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi presenta tassi più alti rispetto alla media europea nei tumori più frequenti, a testimoniare la qualità del nostro sistema di cura: 86% nella mammella (83% Ue), 64% nel colon (60% Ue), 16% polmone (15% Ue) e 90% prostata (87% Ue). Non raggiungiamo però livelli adeguati nell’adesione agli screening: rispetto a una media europea del 60%, nel nostro Paese, solo il 55% delle donne esegue la mammografia per individuare in fase iniziale il carcinoma della mammella, la neoplasia più frequente in tutta la popolazione”. Sempre sugli screening, “soltanto il 45,7% dei cittadini (49,5% Europa) effettua il test per la ricerca del sangue occulto fecale per la diagnosi precoce del cancro del colon-retto, il secondo per incidenza (49mila nel 2019). E aggiunge l’Aiom _ solo il 41% delle donne (dato simile a quello europeo, 40,8%) si sottopone al Pap test, indicato per scoprire in fase iniziale il tumore della cervice uterina (2.700 nel 2019)”. Per invertire questi numeri l’Aiom lancia “la più grande campagna mai realizzata dall’associazione per aumentare l’adesione ai programmi di screening, rivolta a tutti i cittadini. Per 3 mesi la pandemia causata dal Covid _ ricordano gli oncologi _ ha determinato il blocco dei programmi di prevenzione secondaria e, se la situazione si prolungasse, si avrebbe il rischio concreto di un maggior numero di diagnosi in fase avanzata, con un conseguente peggioramento della prognosi e un aumento delle spese per le cure. Una prospettiva a cui la società scientifica risponde con un grande progetto di sensibilizzazione sul ruolo degli screening”.
“Con questa campagna vogliamo sensibilizzare tutti i cittadini, a partire dagli anziani, senza dimenticare i giovani. L’iniziativa infatti avrà una forte ricaduta sui social network _ afferma Saverio Cinieri, presidente eletto Aiom e direttore Oncologia medica e Breast unit dell’ospedale Perrino di Brindisi . La pandemia, oltre al differimento dei trattamenti anticancro meno urgenti, ha determinato due gravissime situazioni, a cui bisogna far fronte quanto prima. Innanzitutto, negli ultimi 3 mesi sono stati eseguiti solo gli interventi chirurgici non procrastinabili. Oltre il 60% delle operazioni è stato posticipato e ora il lavoro arretrato va recuperato. Dall’altro lato, a causa del Covid-19 si è avuto il blocco totale dei programmi di screening. Preoccupano i ritardi nel loro riavvio, perché solo alcune Regioni si sono attivate e la situazione oggi è a macchia di leopardo”. “L’Emilia Romagna ha stabilito in maniera prioritaria la riapertura dello screening mammografico, con l’invio delle lettere di invito di primo livello e la presa in carico e la sorveglianza delle donne definite a rischio elevato secondo il programma per la valutazione del rischio eredo-familiare sottolinea l’Aiom . Per quanto riguarda il programma colorettale, nella regione è prevista la graduale ripresa dei primi livelli, eventualmente anche ridotta sulla base della situazione locale. Per lo screening cervicale, priorità viene data alla ripresa degli esami di secondo livello e i follow-up che erano stati sospesi, per i primi livelli è prevista invece una ripresa graduale successiva. In Toscana, un’ordinanza ha stabilito la ripresa progressiva e graduale delle attività sanitarie sia ambulatoriali che chirurgiche. Le attività di screening oncologico di primo livello sono riattivate con recupero prioritario delle chiamate non eseguite nel periodo di emergenza”. “In Veneto, i primi livelli dei programmi di screening sono ripartiti il 4 maggio prosegue l’Aiom . Una delibera dell’8 maggio della Regione Sicilia stabilisce, con esplicito riferimento alle Raccomandazioni dell’Osservatorio nazionale screening, la ripartenza a condizione che venga tutelata la sicurezza di operatori e cittadini. Con una delibera del 15 maggio, la Regione Lazio ha stabilito la ripresa dei primi livelli di screening e delle attività ambulatoriali a partire dal 28 maggio. Le singole aziende dovranno stabilire la priorità con la quale contattare le persone con invito sospeso, compatibilmente con gli spazi disponibili. E il 22 maggio la Regione Lombardia ha dato indicazioni per il riavvio dei programmi di screening oncologico, di cui viene richiamata la caratteristica di non differibilità rispetto alla riapertura delle attività di specialistiche ambulatoriali”. “E’ necessario riprendere quanto prima la prevenzione secondaria, mirata alla diagnosi iniziale non solo del cancro del colon-retto, ma anche della mammella e della cervice uterina conclude Giordano Beretta, presidente Aiom _. Sappiamo infatti che le possibilità di guarigione sono molto alte quando le neoplasie sono scoperte in fase precoce, ad esempio sono superiori al 90% nel carcinoma mammario. Inoltre, gli screening impattano in modo significativo sulla sostenibilità del sistema, perché consentono di risparmiare risorse che altrimenti sarebbero destinate alla cura di neoplasie in fase avanzata”.