Servizi alla disabilità, i Comuni non spendono

In media nel 2021 i Comuni italiani hanno speso 13 euro pro-capite per servizi dedicati alle persone con disabilità. Nel 2019 solo il 68,2% ha offerto servizi di assistenza domiciliare per donne e uomini non autosufficienti. Quattro delle prime cinque città nella classifica di quelle più virtuose sono nel Nord-est: Trieste 121 euro pro-capite, Venezia 64 euro, Verona 51, Milano 50 e Padova 42. Poi ci sono Torino con 34 euro, Roma 26, Bologna 22, Catania 15 e Napoli 14. A certificarlo è il nuovo report pubblicato da Openpolis che ha analizzato i bilanci consuntivi dei Comuni, in particolare quelli con popolazione superiore ai 200mila abitanti.
“Nello specifico _ scrive Openpolis _ sono incluse le spese per il vitto e l’alloggio presso strutture preposte e i costi della gestione di queste strutture. Sono considerate inoltre le indennità in denaro per la persona disabile e per chi presta loro assistenza, le uscite per le prestazioni assistenziali nelle mansioni di vita quotidiana e i beni e i servizi che permettono la partecipazione ad attività culturali e aggregative. Infine sono comprese tutte le spese dedicate alla formazione professionale e all’inserimento lavorativo e sociale”. All’interno di questa ampia forbice si collocano le risorse che i Comuni italiani dedicano al sostegno dei circa 3 milioni di cittadini con disabilità. Il presidente nazionale Anmil Zoello Forni commenta: “anche se una minore o maggiore spesa da sole non dicono tutto sulla virtuosità di un Comune rispetto a questi temi, è inevitabile porsi degli interrogativi di fronte a sproporzioni tanto evidenti e chiedersi se sul nostro territorio sia garantita parità di diritti a tutti i cittadini”.
Nascere e vivere in un luogo piuttosto che in un altro non dovrebbe compromettere le possibilità di un individuo di godere a pieno dei diritti che gli sono riconosciuti. “Tanto più se essi sono connessi a condizioni di svantaggio e fragilità che è dovere dello Stato rimuovere”, dice Forni. Fondamentale sarebbe anche analizzare l’effettività degli interventi, capire se essi rispondano concretamente alle necessità e bisogni specifici di una persona che vive situazioni di fragilità. “Sappiamo quante difficoltà ancora oggi si riscontrano nella mobilità, nell’accessibilità dei luoghi pubblici, nei luoghi della cultura e dell’intrattenimento, nelle attrazioni turistiche”, afferma il numero uno di Anmil. “Le barriere architettoniche sono ancora diffusamente presenti e per una persona con disabilità è spesso un incubo muoversi all’interno delle nostre città. A fianco di esempi virtuosi, ci sono purtroppo moltissime zone grigie in cui la spesa per la disabilità forse non è adeguatamente indirizzata”.
Molto critico di fronte ai numeri evidenziati dal report è anche il vice presidente dell’ODV “Nessuno E’ Escluso” Fortunato Nicoletti, napoletano ma che vive da anni a Milano e che ha anche una figlia di 6 anni con una grave malattia genetica rarissima. “Lo studio di Openpolis fotografa in maniera inequivocabile e molto preoccupante che l’Italia è un paese che viaggia a diverse velocità e ciò soprattutto per quello che riguarda i cittadini con disabilità non è accettabile. Molto preoccupante è anche la percentuale dei Comuni che offrono assistenza domiciliare (solo il 68%, ndr), ma ciò che è davvero incredibile è che la media della spesa in tutto il paese è di poco più di 13 euro annuali pro-capite”. Differenze territoriali in ascesa ma inadeguati investimenti specifici per le persone con disabilità un po’ ovunque. “Tutto ciò conferma _ afferma Nicoletti _ che la spesa sociale, pur rappresentando spessissimo una vera e propria ‘cura’ è molto meno attrattiva di quella sanitaria, ma se non pensiamo a politiche di reale integrazione sociosanitaria e omogenee su tutto il territorio nazionale, le persone con disabilità e le rispettive famiglie, resteranno sempre più sole e soprattutto si sentiranno sempre più abbandonate. Non vedo grande interesse della politica per sostenere concretamente le persone disabili. E in tutto ciò il vento della autonomia differenziata che sembra aumentare di intensità velocemente, non può che destare grandi timori e perplessità”, conclude.
Fonte: FQ