Covid, cosa si sa della nuova variante “Eris”

La nuova variante di Sars-CoV-2 “EG.5”, ribattezzata “Eris”, è stata definita “variante di interesse” (Voi) dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) poiché “può diventare dominante in alcuni Paesi o anche a livello globale”.
In crescita nel mondo già a partire da fine maggio, a metà luglio era stata inserita dall’Oms nella lista dei mutanti sotto monitoraggio (Vum). Ora arriva la nuova classificazione. C’è da preoccuparsi?
Corre veloce in Cina, Usa, Corea del Sud
Secondo le recenti rilevazioni dell’Oms, la nuova variante del coronavirus, presente anche in Italia, si sta diffondendo velocemente in alcuni Paesi del mondo: Cina, Stati Uniti, Corea del Sud.
L’Oms puntualizza, però, che “sulla base delle prove disponibili, il rischio per la salute pubblica posto da EG.5 è valutato come basso a livello globale”.
Aumento dei casi ma non della gravità della malattia
Eris fa parte della grande famiglia di Omicron, in particolare è “figlia” della variante Omicron XBB. Con la classificazione di “variante di interesse” viene allineata al livello di rischio già associato ad altre varianti del coronavirus quali Arturo e Kraken.
I motivi li spiega la stessa Oms: “In base alle sue caratteristiche genetiche, alle caratteristiche di fuga immunitaria e alle stime del tasso di crescita EG.5 potrebbe diffondersi a livello globale e contribuire a un’impennata nell’incidenza dei casi. Diversi Paesi con una prevalenza crescente di EG.5 hanno registrato aumenti di casi e ricoveri, anche se ad oggi non ci sono prove di un aumento della gravità della malattia direttamente associato con EG.5”.
L’Oms, infatti, puntualizza che “le evidenze disponibili non suggeriscono che EG.5 abbia ulteriori rischi per la salute pubblica rispetto agli altri lignaggi discendenti di Omicron attualmente in circolazione”.
La diffusione di Eris in Italia
La diffusione della nuova variante è in aumento anche in Italia, come emerge dagli ultimi dati disponibili, ovvero il bollettino settimanale sul monitoraggio di Covid-19, diffuso il 4 agosto da ministero della Salute e Istituto superiore di sanità (Iss) e riferito alla settimana dal 28 luglio al 3 agosto. In particolare, rileva l’Iss, in base ai dati di sequenziamento depositati sulla piattaforma I-Co-Gen, nell’ultima settimana di campionamento consolidata (10-16 luglio: dati al 31 luglio) la proporzione di sequenziamenti attribuibili a EG.5.1 è risultata pari all’8,8%».
Fonte: Corriere della Sera