Il 3 dicembre è la Giornata Internazionale dei Disabili

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In tutto il  mondo, il 3 dicembre di ogni anno, si celebra la “Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità”. Sono diversi gli incontri organizzati in varie città in Italia e nel mondo dove i rappresentanti delle istituzioni locali illustreranno ai cittadini le iniziative intraprese al fine di ridurre le distanze tra norme esistenti e vita reale, ponendo al centro i diritti umani, il principio di discriminazione e di uguaglianza, garantendo al disabile pieno rispetto della dignità umana. Un lavoro non facile, che richiede l’impegno di tutti, primo fra tutti quello delle istituzioni, in costante sinergia con Associazioni e popolazione.
La “Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità” del 3 dicembre è stata istituita nel 1981, “Anno Internazionale delle Persone Disabili”, per promuovere una più diffusa e approfondita conoscenza sui temi della disabilità, per sostenere la piena inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita e per allontanare ogni forma di discriminazione e violenza. Dal luglio del 1993, la giornata del 3 dicembre è diventata anche “Giornata Europea delle Persone con Disabilità”, come voluto dalla Commissione Europea, in accordo con le Nazioni Unite.
Giornate come il 3 dicembre non sono la bacchetta magica che trasforma in realtà quello che per ora è “solo” un sogno: quello di vivere in comunità e città a misura di persona, di ogni persona.  Ma giornate come questa contribuiscono almeno a rialzare il livello di attenzione e a ricordare che un impegno ancora più profondo deve essere profuso al fine di abbattere la cultura dell’indifferenza e della discriminazione che ancora oggi esiste, sensibilizzando la cittadinanza alle tematiche della disabilità.
Occasioni come quella del 3 dicembre, ci danno l’opportunità di affermare ancora una volta, citando la Convenzione ONU, che “la disabilità è un concetto dinamico e in evoluzione, il risultato dell’interazione tra minorazioni e barriere comportamentali ed ambientali, che impediscono la piena ed effettiva partecipazione nella società su base di parità con gli altri”.