Vaccini gratuiti? Fra otto mesi

Intanto cresce la paura tra la popolazione. Nonostante i vaccini contro il meningococco siano stati inseriti nei nuovi Lea, e dichiarati gratuiti, riuscire a vaccinarsi è diventata un’impresa. Ci sono infatti già lunghe liste di attesa che continuano ad aumentare. Le richieste di vaccini in alcune Asl del Lazio (seconda solo alla Lombardia) sono addirittura quintuplicate e nelle farmacie sono aumentate del 108%. Gli appuntamenti per le vaccinazioni vengono dati per fine primavera e in qualche caso per la fine dell’estate. Se però nelle farmacie la penuria di vaccini è da spiegarsi con le forniture date in via prioritaria alle Asl e agli ospedali, d’altro canto c’è stato un boom di richieste anche immotivate da parte dei cittadini. Come spiega Carlo Signorelli della Società italiana di igiene e medicina preventiva (Siti): «Ministero della Sanità e Regioni dovrebbero definire con chiarezza le categorie per le quali la vaccinazione è prioritariamente indicata, in modo da non creare un assalto ingiustificato, e come Siti riteniamo che la fascia su cui concentrarsi sia principalmente quella degli adolescenti fra 12 e 14 anni. Per quanto riguarda gli adulti vanno vaccinati solo in presenza di un focolaio epidemico particolare o a rischio. Tutti gli altri non hanno ragione per vaccinarsi e, se poi proprio lo vogliono, lo facciano privatamente». A di là delle considerazioni di ognuno però, rimane il fatto che ad essere contagiati non sono solo i bambini. Da domenica scorsa, infatti, una donna di 44 anni è ricoverata all’ospedale di Eboli in gravi condizioni. La difficoltà maggiore, soprattutto nel periodo invernale, sta nel valutare i sintomi della meningite che sono molto simili a quelli delle sindromi influenzali.
Intanto nei giorni scorsi all’ospedale Civile di Brescia una bambina di 5 anni di origini pachistane è deceduta per meningite dopo essere stata rispedita a casa, in un primo momento, con una diagnosi influenzale. Un caso che sarà sottoposto a una commissione d’inchiesta avviata dalla Regione Lombardia per verificare se l’azienda abbia compiuto tutto ciò che poteva per fornire una diagnosi immediata e precoce della malattia.