Perché vaccinarsi contro influenza e polmonite

“E’ necessario vaccinarsi contro l’influenza e contro la polmonite da pneumococco. Nella prossima stagione infatti avremo la doppia circolazione del Covid-19 e dell’influenza, chi ha fatto l’antinfluenzale faciliterà i medici nella diagnosi differenziata. Ovvero una sintomatologia respiratoria con febbre, tosse e dolori muscolari, deve portare subito a pensare, se il soggetto è immunizzato, al Covid-19”. Lo ha spiegato Michele Conversano, presidente HappyAgeing, direttore del dipartimento di Prevenzione e del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica della Asl di Taranto, nel suo intervento al webinar “Emergenza Covid-19: comunicazione e informazione ai tempi del coronavirus tra infodemia e fake news”, promosso questa mattina da Rarelab, società editrice della testata giornalistica Osservatorio Malattie Rare.
“E’ evidente poi che la polmonite e l’influenza sono due infezioni che vanno a compromettere il sistema respiratorio ed esserne simultaneamente colpiti può essere devastante _ ha ricordato Conversano _. Si deve fare di più per aumentare le vaccinazioni che negli ultimi anni sono crollate. La percentuale, tra nuovi nati fino ai centenari, non supera 15-16%, siamo lontanissimi da qualsiasi effetto gregge. Se riuscissimo ad aumentare le vaccinazioni contro l’influenza passando dal 53% al 75% della popolazione, avremmo 3 milioni in più di persone immunizzate. Per arrivare al 95%, che ci aiuterebbe ad evitare le complicanze del virus, dovremmo vaccinare 5,7 mln di persone in più. Ci dobbiamo quindi preparare e organizzare per la prossima stagione”.