Pensioni, con “quota 100” sarà fuga dagli ospedali

Corsie, sale operatorie e ambulatori degli ospedali del Servizio sanitario nazionale (Ssn) rischiano di ritrovarsi senza medici nel prossimi sei anni. “Da quest’anno al 2025 saranno circa 52 mila i medici del Ssn che avranno diritto di andare in pensione. Questa stima è stata elaborata ‘sterilizzando’ la famosa riforma della ‘quota 100’ che potrebbe solo accelerare il processo. Già da questo nuovo anno saranno 7-8 mila le uscite che riguardano le classi del ’53 e del ’54”. Lo spiega Carlo Palermo , segretario nazionale dell’Anaao-Assomed . In Italia mancheranno sopratutto pediatri e medici d’emergenza-urgenza, ma anche anestesisti e internisti.
La fuga dal Ssn non riguarda poi solo i camici bianchi, la Federazione nazionale Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) da tempo denuncia il “buco” di oltre 50 mila infermieri. “La ‘quota 100’ _ aggiunge Palermo _ dovrebbe valere per tre anni e quindi i suoi effetti al momento sono più difficili da stimare. I nostri calcoli sono sempre estremamente prudenziali ma siamo molto preoccupati della stabilità del Ssn e sul suo funzionamento. Già oggi in molte Regioni si chiudono alcuni servizi per la carenza del personale. La risposta quindi deve essere rapida ed iniziare con lo sblocco delle assunzioni e con un finanziamento ad hoc che possa anche attingere al risparmio che le Regioni avranno dai pensionamenti: con 10 mila medici in meno parliamo di circa 1 miliardo di risparmi per Asl e ospedali ogni anno. Fondi, ad esempio, che potrebbero essere usati per aumentare le borse per le specializzazioni”.
Dalle stime dell’Anaao-Assomed sono esclusi i medici di medicina generale e i liberi professionisti, la cui previdenza è in capo all’Enpam, e i dirigenti sanitari. Anche la Fimmg, la Federazione italiana dei medici di medicina generale, teme un esodo: “Nei prossimi cinque anni smetteranno di lavorare 14.908 medici di famiglia e _ secondo i calcoli della Fimmg _ 14 milioni di italiani potrebbero rimanere senza medico di base. Un trend destinato anche a peggiorare: al 2028 verranno a mancare 33.392 medici di famiglia. L’anno nero, in cui si registrerà il picco delle uscite, sarà per i medici di famiglia il 2022: solo in quell’anno ne andranno in pensione 3.902. Sicilia, Lombardia, Campania e Lazio le regioni che registreranno, sia nel breve sia nel lungo periodo, le maggiori sofferenze”.
“Per invertire la tendenza _ conclude Palermo _ è necessario un cambiamento totale della formazione post-laurea che deve diventare formazione-lavoro, gli specializzandi devono essere assunti con un contratto ad hoc e lavorare all’interno del Ssn. Inoltre occorre aumentare le borse di studio portarle stabilmente a 10mila”. L’Anaao-Assomed è uno dei sindacati di categoria che ha proclamato lo sciopero del 25 gennaio. Tra le motivazione “la bocciatura della legge di bilancio 2019, la drammatica situazione in cui lavorano i medici del Ssn e un contratto nazionale fermo da 10 anni”.