Monetine da 1 e 2 centesimi addio? Sì, no, forse…

Potrebbero restare in vita, in Italia, le monetine da uno e due centesimi. Lo stop dovrebbe arrivare nel 2018, come previsto dalla “manovrina”, il decreto sui conti pubblici che domani dovrebbe diventare legge con il via libera definitivo da parte del Senato. Ma il governo potrebbe ripensarci.
Il problema è stato sollevato ieri dalla commissione Finanze del Senato. Lo stop era stato deciso perché la produzione delle monetine ha un costo superiore al loro valore: coniare una moneta da un centesimo costa 4,5 centesimi, per quella da 2 centesimi si arriva a 5,2. Fermare la produzione potrebbe generare un risparmio che lo Stato, secondo la “manovrina”, potrebbe destinare alla riduzione del debito pubblico. Le monetine avrebbero ancora corso legale ma andrebbero di fatto in pensione perché i prezzi verrebbero arrotondati ai 5 centesimi più vicini. In alcuni casi verso il basso, in altri verso l’alto. Ed è proprio questo il punto sottolineato dalla commissione Finanze del Senato. “C’è il rischio _ dice il presidente della commissione Mauro Maria Marino (Pd) _ che lo stop alle monetine si traduca in un aumento dei prezzi, che colpirebbe soprattutto le fasce più deboli della popolazione”. Da qui la richiesta al governo di fare marcia indietro.
In commissione per il governo c’era il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta. Che ha escluso di cancellare lo stop alle monetine dalla manovrina, perché il decreto deve essere convertito in legge entro dieci giorni e una modifica del testo non consentirebbe di rispettare i tempi, facendo decadere l’intero provvedimento. Ma ha detto che il governo rifletterà sulla questione perché il problema è serio. In caso la marcia indietro potrebbe arrivare con la Legge di Bilancio, la vecchia Finanziaria da approvare dopo l’estate. Si farebbe ancora in tempo a tenere in vita le monetine, visto che lo stop al momento è fissato per l’inizio del 2018.
L’Italia non sarebbe il primo Paese a cancellare le monetine. In Finlandia l’arrotondamento dei prezzi ai 5 centesimi più vicini è stato introdotto nello stesso giorno dell’avvento dell’euro, il primo gennaio del 2002. Lo stesso passo è stato fatto due anni dopo dall’Olanda, nel 2010 dall’Irlanda, nel 2014 dal Belgio. In tutti questi Paesi il modello è lo stesso: si arrotonda solo il conto finale della spesa, non i singoli prodotti, e solo per i pagamenti i contanti. I conti che finiscono con 1,2,8, o 9 centesimi si arrotondano a zero. Quelli che terminano con 3, 4, 6 o 7 centesimi si arrotondano a 5. In alcuni casi verso il basso, dunque, in altri verso l’alto. In tutti e quattro i Paesi l’operazione “stop alle monetine” è stata sostenuta dalle associazioni dei consumatori. E i risultati non sono trascurabili. In Olanda il risparmio per lo Stato è di 36 milioni di euro l’anno.