
È vero che l’ictus, in generale, colpisce di più gli uomini delle donne. Ma c’è un’eccezione: sotto i 35 anni sono le donne ad avere una probabilità del 44% in più di andarvi incontro . Il dato emerge da una revisione sistematica che ha coinvolto diversi ospedali americani, pubblicata su un numero speciale della rivista Stroke. Globalmente il 95% dei pazienti con ictus ha oltre 45 anni e i due terzi di questi ne ha più di 65. Sotto i 45 anni l’ictus è molto più raro e i ricercatori si sono concentrati proprio su questa fascia di età. In tutto, negli studi presi in esame, sono stati coinvolti 70 mila partecipanti: 33 mila donne e 37 mila uomini, provenienti da Stati Uniti, Canada, Francia e Paesi Bassi.
I tipi di ictus
Nelle varie indagini sono stati considerati tutti i tipi di ictus: quello ischemico che rappresenta la grande maggioranza, con l’87% dei casi, quello emorragico (causato dalla rottura di un vaso sanguigno), ma anche l’attacco ischemico transitorio o “Tia” (caratterizzato da un’interruzione temporanea e reversibile del flusso sanguigno in una parte del cervello, quindi non un ictus propriamente detto) e l’ictus detto criptogenico, che ha origini sconosciute. Dall’analisi emerge che sotto i 35 anni l’incidenza dell’ictus ischemico è opposta a quella che si rileva in età più avanzata: in età giovanile sono le donne a rischiare di più. La differenza di genere è invece quasi nulla tra i 35 e i 45 anni mentre oltre i 65 anni, periodo della vita in cui l’ictus registra maggiore frequenza, sono gli uomini a essere maggiormente esposti.
Condizioni pericolose
Ma perché le giovani donne hanno maggiori probabilità di andare incontro a un ictus ischemico rispetto ai coetanei? “Non è sorprendente ed è un dato confermativo” spiega Valeria Caso, neurologa all’Unità ictus dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. “Esistono fattori di rischio troppo spesso sottovalutati tra le più giovani. C’è una tripletta che può fare molto male: fumo, pillola anticoncezionale ed emicrania con aurea preceduta da fenomeni visivi come lampi o macchie scintillanti e disturbi nella parola sono situazioni che aumentano le probabilità di andare incontro a un ictus. Il fumo va assolutamente eliminato, la pillola è un segno di libertà, ma in una donna che soffre di emicrania con aurea consiglierei un anticoncezionale a maggiore contenuto di progesterone invece che di estrogeni” avverte Caso, che è anche stata la prima donna presidente dell’European Stroke Organisation. “La buona notizia è che rispetto ad anni fa oggi in ospedale arrivano meno ragazze colpite da ictus durante l’assunzione di pillola anticoncezionale, anche per i dosaggi ormonali più bassi che in passato”.
Le donne muoiono di più
Se è vero che la malattia aterosclerotica è più diffusa tra gli uomini, gli eventi che si registrano tra le donne sono più devastanti. Secondo i dati Istat in Italia l’ictus è la causa dell’8,8% dei decessi totali, ma le donne muoiono più degli uomini per questa patologia (10% contro 7,3%). Le giovani donne che sopravvivono a un ictus ischemico si riprendono con maggiori difficoltà e i ricercatori americani sottolineano che hanno un rischio da 2 a 3 volte superiore di ottenere risultati funzionali inferiori rispetto ai maschi della stessa età. “Questo accade _ ipotizza la specialista _ perché in generale le donne sono meno in forma fisicamente rispetto agli uomini, soprattutto in età più avanzata. Inoltre con un ictus si va spesso incontro a una paresi facciale, che rappresenta una profonda ferita narcisistica: le pazienti tendono a non farsi vedere, a nascondersi, provando vergogna mentre dovrebbero credere nel loro valore, accettare quel che è successo chiedendo aiuto e puntando sulla riabilitazione. L’ictus fa perdere alcune abilità delle nostre centomila, ma ne restano sempre tante che con l’aiuto di professionisti possono essere utilizzate”.
Un pericolo inatteso
Le donne più giovani difficilmente considerano l’ictus come un pericolo, non credono possa capitare a loro, e di conseguenza anche la prevenzione è trascurata e il rischio è sottovalutare i primi campanelli d’allarme come l’improvvisa asimmetria del volto, difficoltà a parlare, insensibilità agli arti. Eppure nella maggioranza dei casi l’ictus potrebbe essere evitato modificando lo stile di vita, rinunciando al fumo, facendo attività fisica regolare come camminare, fare le scale, andare in bicicletta, seguendo una dieta a basso contenuto di sale e grassi di origine animale come latte, salumi, carni grasse. Come segnala l’associazione A.L.I.Ce, in prima linea nella lotta all’ictus cerebrale, l’incidenza dell’ictus aumenta con l’età, raddoppia dopo i 55 anni e aumenta in modo esponenziale dopo i 65. Donne anziane
Dopo gli 80 anni si verifica un ulteriore picco di donne colpite da ictus, soprattutto perché vivono di più, sono quindi più numerose e spesso invecchiano peggio degli uomini. Ipertensione e fibrillazione atriale sono i principali fattori di rischio per l’ictus nelle più anziane: l’80% delle donne con ictus sono ipertese, e spesso non ne sono consapevoli. Inoltre, tra gli over 70 con fibrillazione atriale il rischio di ictus raddoppia ogni 10 anni.
Fonte: Corriere della Sera