Lesione al midollo, la ricerca non si ferma

Mentre le indagini sul ferimento nei confronti della promessa del nuoto Manuel Bortuzzo hanno subito una svolta, gli studi per valutare una possibilità di ripresa dopo una paralisi “stanno uscendo dal laboratorio per entrare in corsia”. A spiegarlo è Marco Molinari, direttore dell’Unità di Neuroriabilitazione e Centro Spinale della Fondazione Santa Lucia Irccs, che avverte: “Attualmente non ci sono terapia validate per il recupero di una lesione completa del midollo come quella riscontrata a Manuel, ma la ricerca lascia aperta la porta alla speranza”. Una speranza collegata in particolare a due metodi per la stimolazione del midollo e a un nuovo farmaco sperimentale, che sarà testato anche in Italia.
“La ricerca tecnologica e neurologica sta arrivando alla fase di sperimentazione sull’uomo _ continua Molinari _. In particolare ci sono due gruppi, uno europeo e uno americano, impegnati in questo campo. Si sta testando una stimolazione elettrica personalizzata di aree del midollo per agire sui ‘circuiti’ danneggiati, e rimetterli in grado di funzionale in modo corretto. In particolare, il gruppo svizzero di Grégoire Courtine (Chuv) ha mostrato risultati importanti sugli animali e, di recente, anche su un piccolo gruppo di pazienti con lesione midollare incompleta: sono stati in grado di controllare i muscoli delle gambe precedentemente paralizzati. Un approccio simile è quello che sta sperimentando il gruppo di Susan Harken negli Usa, questa volta su pazienti con lesione completa”, come quella riscontrata nel giovane nuotatore italiano.
“I trial sono iniziali, ma è stato registrato un certo grado di recupero di alcuni muscoli che da anni non si potevano controllare. Tutto questo ci dice _ spiega l’esperto _ che pur in assenza di terapie validate, al momento dalla ricerca arriva un messaggio importante”. Ma non è tutto: c’è anche un nuovo medicinale sperimentale che sembra promettente. “Una ricerca europea multicentrica, coordinata dall’Università di Zurigo e di cui fa parte anche l’Italia, ha identificato una proteina che blocca la rigenerazione neuronale: la proteina Nogo. Il gruppo intende testare un anticorpo anti-proteina Nogo”, mirato a contrastarla e riattivare la rigenerazione.
“In Svizzera ad aprile _ continua Molinari _ il farmaco sperimentale sarà iniettato con una puntura lombare in pazienti con lesione cervicale anche completa, per verificarne gli effetti. Dello studio multicentrico fa parte anche il Santa Lucia, che inizierà l’arruolamento dei pazienti probabilmente dopo l’estate”. Purtroppo il caso di Manuel “non rientra fra quelli candidabili, perché la lesione non è cervicale. Ma il messaggio che arriva dalla ricerca è chiaro: non c’è ancora una terapia, ma c’è una speranza”.