Legambiente: “Rinnovabili? Obiettivo 2030 lontano”

In Italia le rinnovabili non decollano. Se continuiamo con questo ritmo, ci vorranno 124 anni per raggiungere l’obiettivo di 70 GW di nuovi impianti fissato per il 2030. Gli impianti presenti nel Paese sono 1,35 milioni per una potenza complessiva di 60,8 GW, di cui però solo 1,35 GW installati nel 2021. Ancora più bassa la media di installazione degli ultimi tre anni, pari a 0,56 GW. Un ritmo insufficiente per liberare il Paese dalla dipendenza dai combustibili fossili russi e raggiungere gli obiettivi climatici. A fotografare questa situazione è la XVI edizione del rapporto di Legambiente “Comunità Rinnovabili”. In termini di produzione, il contributo complessivo portato dalle fonti rinnovabili al sistema elettrico italiano è arrivato, nel 2021 a 115,7 TWh, facendo registrare un incremento solo del 1,58% rispetto al 2020. Un trend in parte dovuto alla pandemia, ma soprattutto alla lentezza degli iter autorizzativi. “I numeri raccolti dalla nuova edizione del rapporto si confermano drammaticamente insufficienti per affrontare il caro bollette e l’emergenza climatica, per liberarci dalla dipendenza dall’estero”, sottolinea Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente.
I dati dei comuni
Per quel che riguarda la diffusione delle singole tecnologie, sono 7.127 i comuni con almeno un impianto solare termico, 7.855 quelli con impianti solari fotovoltaici, 1.054 quelli in cui è presente almeno un impianto eolico e 1.523 quelli in cui è presente almeno un impianto idroelettrico. E ancora 4.101 i comuni delle bioenergie e 942 quelli della geotermia (tra alta e bassa entalpia). Tra i piccoli comuni (sotto il 5mila abitanti), a cui il Pnrr mette a disposizione 2,2 miliardi per la costituzione proprio delle comunità rinnovabili, quelli 100% rinnovabili sono 38, quelli 100% elettrici sono 2.271 e 772 i piccoli comuni la cui produzione di energia da fonti rinnovabili varia tra il 50 e il 99%.
Le comunità energetiche
Malgrado i ritardi complessivi sulle rinnovabili, le comunità energetiche crescono: 100 quelle complessivamente mappate da Legambiente in queste ultime 3 edizioni del Rapporto, tra realtà effettivamente operative (35), in progetto (41) o che muovono i primi passi verso la costituzione (24). Quelle censite tra giugno 2021 e maggio 2022 sono 59, che vedono il coinvolgimento di centinaia di famiglie, decine di comuni e imprese, di cui 39 sono comunità energetiche rinnovabili e 20 configurazioni di autoconsumo collettivo.
Le proposte di Legambiente
Per accelerare sulle rinnovabili, Legambiente propone di aggiornare il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec) con i nuovi obiettivi di decarbonizzazione, di autorizzare entro il 2023 nuovi impianti rinnovabili per 90 GW di potenza installata e soprattutto semplificare e rendere trasparenti i processi autorizzativi. A questo proposito è necessario evitare che progetti già approvati e finanziati vengano poi bloccati dalla burocrazia e dalle sovrintendenze. “Il governo italiano_ dice Cianfani _ segua l’esempio del programma europeo Repower EU, smetta di lavorare dando priorità alla diversificazione dei Paesi da cui acquistare il gas fossile e climalterante; si concentri invece sulla semplificazione dell’iter autorizzativo e sulla certezza delle regole per consentire alle aziende del settore di investire 80 miliardi di euro e realizzare in 3 anni 60 GW di nuova potenza, come proposto da Elettricità Futura, in grado di sostituire il 70% del gas russo”. L’associazione ambientalista chiede anche regole che permettano il corretto sviluppo degli impianti agrivoltaici ed eolici offshore e che nei bandi del Pnrr destinati ai piccoli comuni si faccia uno sforzo reale per renderli compatibili con il loro sviluppo.
Fonte: Corriere della Sera – Legambiente