La nostra dieta è troppo ricca di zucchero

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Quanto zucchero assumiamo giornalmente? In pochi saprebbero rispondere. Sarebbe bene invece che il consumo della dolce sostanza fosse più consapevole. Servirebbe a scongiurare l’obesità e malattie come il diabete, malattie cardiovascolari e tumori. Anche le aziende produttrici di alimenti zuccherati si stanno muovendo per migliorare la composizione dei loro prodotti. La Nestlé, ad esempio, ha dichiarato che escluderà almeno diciottomila tonnellate di zucchero dai prodotti che finiranno sugli scaffali dei supermercati. Il che significa che la gamma dei prodotti della multinazionale ne conterrà in media il 5% in meno.
Ma è ancora troppo poco. Le conseguenze dell’eccessivo introito di zuccheri hanno indotto la  Commissione Europea ad adoperarsi affinché, nel prossimo futuro, possano migliorare i prodotti alimentari di origine industriale. È una necessità incombente, d’altronde, visto che sulle nostre tavole finiscono quotidianamente alimenti e bevande che apportano una quantità eccessiva di zuccheri semplici. 
Il problema è molto sentito soprattutto nei Paesi anglosassoni, ma anche in diverse regioni italiane dove l’obesità infantile ha raggiunto livelli di emergenza. Le molecole di zucchero vengono subito assorbite dall’organismo e questo comporta un rapido incremento della glicemia e dei livelli di insulina nel sangue. Le conseguenze di questo trend sulla salute pubblica sono prevedibili: aumento del sovrappeso e dell’obesità, maggiore incidenza del diabete e della sindrome metabolica. 
Non solo. Come descritto in un lavoro pubblicato mesi fa sul «Journal of the American Medical Association», il consumo di una lattina di bevanda zuccherata al giorno aumenta di oltre un terzo il rischio di un evento cardiovascolare.
Il problema dell’eccesso di zuccheri semplici è un argomento tra i più dibattuti all’interno della comunità scientifica. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, dovrebbero costituire meno del dieci per cento del contributo energetico quotidiano, quindi non più di cinquanta grammi al giorno, pari a dodici cucchiaini. Ma il difficile arriva quando si prova a misurare la quantità contenuta nei prodotti industriali. Una lattina di bibita gassata contiene almeno dieci cucchiaini di zucchero, un succo di frutta può arrivare a contenerne cinque. 
Attenzione va posta anche nei confronti dei cereali per la prima colazione: meglio sceglierli dopo averne letto con attenzione la composizione. I Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti (Larn) fissano per gli adulti un limite superiore al consumo di zuccheri: entro il quindici per cento dell’energia totale giornaliera. Sulla questione si continua a dibattere, però, per trovare un accordo tra quanto richiesto dalla comunità scientifica e le esigenze dei produttori. Nel mezzo ci siamo noi consumatori che abbiamo però la facoltà di decidere: leggiamo per bene le etichette degli alimenti, e se il prodotto è poco salutare, lasciamolo pure sullo scaffale o nei refrigeratori.