Sono partite a inizio settimana le attività stagionali del sistema nazionale di sorveglianza integrata dell’influenza InfluNet, secondo quanto stabilito dal “Protocollo operativo InfluNet & CovidNet”. Il documento fissa, come ogni anno, l’inizio e la fine della rilevazione epidemiologica rispettivamente alla 42sima settimana del 2021 e alla 17sima settimana del 2022. Per quanto riguarda le attività di monitoraggio virologico, l’inizio è previsto per la 46sima settimana del 2021 (15 novembre 2021) e si protrarranno fino alla 17sima settimana del 2022. L’analisi dei dati sarà effettuata dall’ISS.
La stagione scorsa i casi di influenza stimati in Italia dal sistema Influnet furono poco più di 2,4 milioni a fronte dei 7,6 milioni dell’annata precedente. Un calo vistoso dovuto essenzialmente all’effetto delle misure di distanziamento, al lavaggio delle mani e alle mascherine adottate per contrastare il Covid e che hanno funzionato anche contro i virus influenzali.
Ora che gran parte di queste misure si sono allentate, soprattutto mascherine e distanziamento, gli esperti si aspettano una stagione influenzale più marcata: “Questa stagione influenzale potrebbe essere vivace ma non troppo: ci aspettiamo dai 4 ai 6 milioni di casi, quindi non dovrebbero essere raggiunti i picchi che avevano caratterizzato le ultime stagioni a causa della presenza di virus nuovi”, ha detto il virologo Fabrizio Pregliasco.
La vaccinazione
Da qui l’appello alla vaccinazione per la quale Governo e Regioni si sono attivati e che partirà in tutta Italia nel mese di ottobre.
Con la circolare dell’aprile scorso il ministero ha delineato con largo anticipo le caratteristiche della campagna vaccinale raccomandando la vaccinazione antinfluenzale nella fascia di età 6 mesi – 6 anni e poi dai 60 anni in su. Ma il vaccino contro l’influenza è raccomandato e offerto gratuitamente anche al personale sanitario, alle forze dell’ordine e ai vigili del fuoco, alle donne in gravidanza e alle persone affette da particolari patologie.
Sintomi
Malattia respiratoria facilmente trasmissibile, normalmente l’influenza provoca aumento di temperatura misurabile con un termometro, spossatezza, dolore a livello delle giunture (sensazione di ossa rotte e muscoli indolenziti), e si risolve dopo tre o quattro giorni di riposo, ma in alcune categorie di persone, soprattutto anziani e malati cronici, può provocare complicanze gravi. Di qui, e anche per evitare la doppia epidemia in contemporanea con quella Covid, l’importanza di vaccinarsi.
Le differenze col Covid
Una delle differenze con il Coronavirus si gioca sull’apparato respiratorio, ma i sintomi sono molto simili, soprattutto nella fase iniziale. La prova regina resta ovviamente il tampone: difficile senza un test essere certi che non si tratti di Covid. E ricordiamo che alcune forme influenzali possono portare alla perdita di gusto e olfatto. Anche se, va detto, il sintomo è più raro rispetto a quanto accade nel Coronavirus. La discriminante sta allora nell’evoluzione dell’infezione: l’influenza non porta a quelle forme di polmonite interstiziale che può indurre il Sars Cov-2. L’utilizzo del saturimetro è importante dopo la diagnosi del test, per monitorare l’andamento della malattia. Ma valori buoni di ossigenazione del sangue non possono escludere la presenza del Covid.