Giappone. “Naked” la mostra che mette a nudo la disabilità

Naked, in inglese nudo, è un termine molto utilizzato in rete, diffuso anche nel mondo del motociclismo per indicare le moto liberate di tutti quegli accessori tanto belli quanto inutili. Ma “Naked. La disabilità senza aggettivi” è anche il nome della mostra ideata e organizzata dal Comitato Italiano Paralimpico dalla scorsa settimana arrivata in Giappone.
Da poco ha preso il via a Yakage Town il tour giapponese della mostra, promossa dal Cip e realizzata dal maestro di fotografia Oliviero Toscani. Il progetto culturale è nato da un’intuizione del presidente Luca Pancalli, con l’obiettivo di diffondere una diversa percezione della disabilità attraverso la raffigurazione degli atleti paralimpici.
Progetto bello e ambizioso già da sé, ma se a quello si vuole aggiungere anche il proposito di ottenere un prodotto che abbia dei risvolti artistici di interesse internazionale la sfida è ancora più complessa e difficile. L’intuizione di affidare la realizzazione a un maestro della fotografia indiscusso come Toscani è stata una scelta coraggiosa ma vincente, lo dimostra il successo che ha portato l’esposizione fino al tour giapponese.
A Sendai la mostra offrirà ai visitatori un punto di vista estetico diverso, dando peraltro visibilità al nostro Paese e ai nostri atleti.
Gli atleti sono stati fotografati da Toscani in primo piano, in tenuta da competizione ma soprattutto con l’obiettivo di mettere a nudo la disabilità, rompere i cliché dei modelli estetici tradizionali e mostrare il corpo dell’atleta paralimpico nella sua specialità sportiva e nella sua unicità.
Ad animare la mostra sono le immagini dei 12 campioni paralimpici (Giulia Aringhieri, Simone Barlaam, Silvia Biasi, Edoardo Giordan, Anila Hoxha, Jacopo Luchini, Andreea Mogos, Giulio Maria Papi, Florian Planker, Eleonora Sarti, Arianna Talamona, Donato Telesca).
L’obiettivo dichiarato dal presidente del Cip Pancalli è di cambiare la percezione della disabilità, specie dei più giovani, trasmettendo un messaggio universale di inclusione. Grazie agli scatti di Toscani e alle sue sensibilità artistiche le 12 foto uniche nel loro genere rappresentano ognuna una vera e propria espressione fotografica che rimarrà come tale nel mondo della fotografia. Giudizio che guardando l’espressione degli atleti ed il loro orgoglio sembra essere condiviso ampiamente anche da loro.
Insomma, Pancalli e Toscani hanno centrato l’obiettivo: diffondere grazie all’arte una nuova percezione della disabilità.
Bravo Toscani, coraggioso Pancalli, belle le foto e bravi i giapponesi che ospitano la mostra nell’ambito della collaborazione con la Municipalità di Sendai, città che ospiterà anche i pre-games della delegazione azzurra in vista delle prossime Paralimpiadi.
Peccato che anche in questo caso la Rai servizio pubblico non abbia colto adeguatamente l’importanza e i tanti risvolti importanti del progetto, raccontandolo come avrebbe meritato in maniera approfondita. Ma si sa, nessuno è profeta in patria.