Energia geotermica, un potenziale non sfruttato

Il calore naturale della terra proviene dalla formazione originaria del pianeta, dal decadimento radioattivo dei minerali e dall’energia del sole che viene assorbita in superficie, una straordinaria risorsa che viene prodotta e conservata nel nucleo, nel mantello e nella crosta della terra. Il calore è trasferito dall’interno verso la superficie prevalentemente per conduzione, determinando un aumento di temperatura dall’esterno verso l’interno della Terra di circa 25-30°C al Km. Per temperature superiori ai 150 °C parliamo di alta entalpia, attraverso la quale è possibile realizzare energia elettrica tramite una turbina a vapore (centrale geotermoelettrica).
Quando invece la temperatura è inferiore ai 150°C abbiamo la geotermia a bassa entalpia che utilizza la differenza e la costanza di temperatura del terreno rispetto all’aria esterna. Il calore prodotto viene impiegato generalmente per usi residenziali, per attività agricole, artigianali e industriali.
LA ZONAZIONE GEOTERMICA DEL NOSTRO TERRITORIO
Molto interessante da questo punto di vista è il documento “istituzionale” Zonazione geotermica del territorio italiano di marzo 2017 dove si legge: “L’energia geotermia si inserisce di diritto nell’obiettivo primario che riguarda la de-carbonizzazione del sistema energetico Europeo. Questo obiettivo è avvalorato nel Pacchetto per il clima e l’energia 2020 e il seguente Quadro per il clima e l’energia 2030 che contengono e tracciano gli obiettivi di medio-lungo termine che consistono in:
a) ridimensionamento del 40% delle emissioni dei cosiddetti gas serra rispetto ai valori di riferimento del 1990;
b) produzione di energia elettrica per una quota del 27% da fonti rinnovabili;
c) miglioramento del 27% dell’efficienza energetica.
Questi ambiziosi obiettivi hanno avuto un ulteriore rafforzamento negli accordi siglati durante l’ultima conferenza mondiale sul clima di Parigi (Cop21), con le tre opzioni generali che si basano su: sicurezza, sostenibilità ambientale e sostenibilità economica.
In questo contesto l’energia geotermica assume un ruolo rilevante in quanto si tratta di una risorsa naturale e “rinnovabile” che consente non solo di produrre energia elettrica, ma anche di utilizzare il calore terrestre per diversi impieghi diretti, come ad esempio il riscaldamento degli edifici civili e industriali”.
Le principali Regioni italiane in cui è sfruttabile l’energia geotermica ad alta entalpia sono la Toscana, il Lazio e la Sardegna. Altre regioni rilevanti sono la Sicilia, alcune zone del Veneto (zona termale euganea), dell’Emilia-Romagna, della Campania e della Lombardia. In totale sono una decina i Comuni della geotermia ad alta entalpia, per una potenza installata pari a 788,2 MW elettrici e 226 MW termici.
La Toscana è l’unica regione italiana con la presenza di impianti geotermici in funzione _ aveva rilevato tempo fa Giancarlo Passaleva, allora presidente dell’Ugi, Unione geotermica italiana, sul Corriere della Sera _. La produzione è pari a circa il 2 per cento dei consumi elettrici nazionali e di poco inferiore al 30 per cento del fabbisogno elettrico della Toscana”.
IL MERCATO
Nel nostro paese la potenza geotermica installata è indicativamente di 742 MW, con una generazione media di energia pari a 3.9 miliardi di kWh/anno, che rappresentano l’1.5% di tutta l’elettricità prodotta in Italia in un anno ed il 20% del consumo in Toscana.
Il rendimento globale della produzione di elettricità dal vapore geotermico è intorno al 10-17%, ossia circa tre volte minore di quello delle fonti convenzionali, dovuto alla bassa temperatura del vapore geotermico in genere inferiore a 250°C. Il mercato dell’energia geotermica tende a dirigersi verso l’impiego delle pompe di calore che operano con pozzi perforazioni non troppo profonde e quindi riducendo sensibilmente i costi di estrazione.
A Milano, per climatizzare ambienti col geotermico, si utilizza acqua prelevata a meno di 50 metri di profondità. Gli usi termici della geotermica trovano efficienza con temperature minori rispetto a quelle della produzione geotermoelettrica. Il che significa geotermia senza arrivare troppo in profondità, quindi costi contenuti e una concreta possibilità per una sua maggiore diffusione.
UN GRANDE POTENZIALE NON SFRUTTATO
La geotermia italiana ad alta entalpia risente di alcune questioni che stentano a farla decollare. Da una parte normative poco chiare e dall’altra le proteste dei tanti comitati del “No alla geotermia“, prima contrari agli impianti geotermici tradizionali, ora spesso anche a quelli binari. Alti costi e mancanza di certezze, insomma, sembrano essere motivi concreti che aggiunti alle lungaggini burocratiche penalizzano in maniera inesorabile il geotermico.
Passaleva lo sottolineava con chiarezza: “La mancanza di una incentivazione appropriata è una delle ragioni principali per cui la geotermia stenta a svilupparsi. In realtà si dovrebbe puntare molto di più sulla geotermia e soprattutto per un motivo fondamentale: rispetto alle altre rinnovabili, l’energia prodotta con il geotermico ha il grande vantaggio della continuità di erogazione, 24 ore su 24, indipendentemente dalle condizioni climatiche”.
Lo sviluppo sostenibile della geotermia in Italia, oggi viene messo in discussione anche dallo stop agli incentivi deciso dal Governo.
L’Italia ha grandi potenzialità in fatto di geotermia ma questa energia, come vediamo, ancora non è stata valorizzata. La risorsa energetica delle acque calde è invece molto impiegata in Europa, in Asia, nell’America Centrale e Meridionale. Sempre secondo l’Ugi, servirebbero investimenti per 400 milioni di euro per rilanciare questa tecnologia facendo ottenere alle famiglie italiane risparmi in bolletta per circa 10 miliardi di euro.
Necessaria dunque una maggiore informazione, uno snellimento dei procedimenti “istituzionali” abbinati al potenziamento della ricerca e lo sviluppo di progetti innovativi che possano dare al geotermico il posto che merita. E soprattutto costi ridotti.