Diabete tipo II. Farmaci e terapie per remissione completa

Nel diabete oggi si può parlare non solo di controllo la glicemia, ma anche di un obiettivo più ambizioso: la remissione della malattia. Nuovi farmaci e novità diagnostico-terapeutiche permettono di accarezzare questa idea. Se ne è parlato durante il 28° Congresso interassociativo dell’Associazione medici diabetologi (Amd) e della Società italiana di diabetologia (Sid) Lombardia, a Milano il 14 e il 15 ottobre, non a caso intitolato “La cura”.
Diabete di tipo II
Il diabete di tipo II è dovuto alla ridotta capacità dell’organismo di utilizzare l’insulina, che consente al glucosio di entrare nelle cellule, dove viene utilizzato come fonte energetica. Questa malattia, che interessa più di quattro milioni di italiani, è il risultato dello stile di vita dell’epoca moderna in cui sedentarietà e cattive abitudini alimentari la fanno da padrone. Numerose le possibili ricadute negative a carico di apparato cardiovascolare, reni, occhi e sistema nervoso, ma nuovi farmaci ne stanno rivoluzionando la cura.
Le novità terapeutiche
“Per la prima volta nella storia abbiamo una serie di novità terapeutiche che portano alla possibilità di una normalizzazione della glicemia (livelli di glucosio nel sangue) e quindi a una potenziale reversibilità della condizione _ segnala il professor Paolo Fiorina, presidente Sid Lombardia, ordinario di endocrinologia all’Università degli Studi di Milano e direttore della Diabetologia ed endocrinologia dell’Ospedale Fatebenefratelli Sacco di Milano _. Farmaci come i GLP-1 receptor agonisti e le glifozine, sono in grado di facilitare l’escrezione di glucosio per via urinaria e di indurre un importante calo ponderale con ricadute molto positive sulle complicanze cardiovascolari, renali e in su quelle microvascolari del diabete. Grazie a questi trattamenti possiamo ragionare non solo nell’ottica di tenere sotto controllo la glicemia, ma anche in termini di reversibilità della malattia e prolungamento della vita del paziente diabetico”. I nuovi approcci trovano indicazione nel diabetico obeso, ma anche in quello che in sovrappeso.
Stile di vita
“Restano comunque fondamentali gli interventi sullo stile di vita, soprattutto nella fase di pre-diabete, perché possono evitare che la malattia si instauri _ puntualizza il professor Fiorina _. Una perdita di peso del 7-10 per cento e un’attività fisica regolare (50 minuti tre volte a settimana di attività moderata) dimezzano il rischio di progressione verso il diabete conclamato, oltre ad avere importanti effetti metabolici. I farmaci sono indicati per chi non può tenere sotto controllo la malattia con lo stile di vita”.
Diabete di tipo I
Novità anche per il diabete di tipo I. Ogni anno in Italia sono almeno 15mila i nuovi casi di diabete di tipo I che, diversamente dal diabete di tipo II, non ha una base alimentare. Si tratta infatti di una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario distrugge le cellule del pancreas che producono l’insulina. “Sono numerose le novità anche per la cura e la gestione del diabete di tipo I _ segnala Fiorina _. Innanzitutto oggi possiamo contare su farmaci biologici che, bloccando alcune componenti del sistema immunitario, sono in grado di dare un beneficio prima dell’insorgenza del diabete I, cioè negli individui che presentano autoanticorpi, in uno stato di pre-diabete. Accanto a questa novità terapeutica, ci sono nuovi approcci che prevedono l’impiego di cellule staminali ingegnerizzate, sperimentazioni che puntano a rigenerare le cellule beta del pancreas che producono insulina, nonché farmaci in grado di migliorare molto le glicemie (quali gli inibitori o antagonisti del glucagone)”. Anche il cosiddetto pancreas artificiale ha fatto passi notevoli, segnala l’esperto: “Oggi è possibile disporre di sensori piccoli, leggeri, poco costosi e super intelligenti che consentono il monitoraggio istante per istante della glicemia. Abbiamo anche microinfusori sempre più affidabili che iniettano l’insulina in maniera eccezionale nonché sistemi ibridi che, tramite degli algoritmi, legano il sensore al microinfusore dando dei risultati sorprendenti. Il paziente non deve più farsi i boli di insulina perché l’intelligenza artificiale ‘pensa’ a tutto: controlla la glicemia e inietta l’insulina”.
Fonte: Corriere della Sera