Crohn e colite ulcerosa, ne soffrono 200 mila italiani

Colpiscono soprattutto i giovani tra i 20 e i 30 anni e l’esordio, per il 20% delle persone che ne soffrono, è precocissimo: tra i 1o e i 18 anni. Sono le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI, secondo l’acronimo italiano, o IBD – Inflammatory Bowel Disease secondo quello anglosassone), patologie infiammatorie croniche dell’intestino caratterizzate dall’alternarsi di fasi di riacutizzazione e di remissione con danno intestinale progressivo, Due, come spiega il professor Alessandro Armuzzi, Segretario Generale IG-IBD (Italian Group for Inflammatory Bowel Diseases,) , le forme principali della patologia: la malattia di Crohn e la Colite ulcerosa.
In Italia e in Europa
Si stima che oltre 5 milioni di persone nel mondo siano affette da MICI: circa 1.6 milioni nel Nord America e quasi 3 milioni in Europa. In Italia, pur mancando dati epidemiologici nazionali, si stima che siano oltre 200mila le persone affette da colite ulcerosa o malattia di Crohn. “Il problema _ spiega Armuzzi _ è che in Italia manca un registro nazionale, ma con buona approssimazione si può dire che il 40% dei 200 mila malati è affetto dal morbo di Crohn, il restante 60% da colite ulcerosa”.
L’iniziativa
Venerdì 28 settembre, alle ore 18, all’NH Collection Roma Palazzo Cinquecento, sarà presentata la nuova campagna di sensibilizzazione di IG-IBD. “Il nostro primo obiettivo è far conoscere, a livello generale e mediatico, queste malattie _ ha detto Armuzzi _. Per l’occasione abbiamo chiesto a Simone Sabbioni, campione italiano di nuoto , di essere nostro testimonial, come esempio di come si possa comunque giungere, nonostante tali malattie, a grandi risultati sportivi e alla realizzazione di importantissimi obiettivi. Tenendo però sempre presente che queste patologie, se non vengono gestite in maniera costante e seria, limitano in maniera pesante la vita , e che solo una corretta informazione e un intervento immediato permettono di avere una buona qualità della vita”.
Le cause
I meccanismi alla base dello sviluppo delle MICI non sono ancora completamente noti, ma si pensa che il maggior ruolo sia attribuibile, in soggetti suscettibili dal punto di vista genetico, a una alterata risposta immunitaria nei confronti del microbiota, quell’insieme di microorganismi presenti all’interno dell’intestino, che viene alterato da fattori ambientali ancora poco conosciuti. “Alla base di questa malattia, allo stato attuale della ricerca scientifica, riteniamo ci sia un misto di concause: innanzitutto una predisposizione genetica, quindi un background di fondo ‘fertile’. Da studi genetici, infatti, si è visto che sono presenti, in oltre 160 geni, piccole mutazioni che, nell’insieme, favoriscono la suscettibilità alla malattia. Ma ci sono anche fattori ambientali, ancora non bene identificati, come alimentazione e inquinamento. Tutti questi elementi modificano di fatto la flora batterica dell’intestino, stimolando una risposta immunitaria. Da questa nasce l’infiammazione, che con il tempo si cronicizza, provocando i sintomi di questa malattia”.
I sintomi
I sintomi predominanti delle MICI sono: diarrea, dolori addominali, presenza di sangue nelle feci, febbre, astenia e perdita di peso, sintomi che tendono a variare in base al tipo di patologia. In alcuni casi si possono associare manifestazioni extra-intestinali tra cui le manifestazioni articolari (spondiloartrite), cutanee (eritema nodoso, pioderma gangrenoso, psoriasi), oculari (episclerite ed uveite) ed epatiche (colangite sclerosante).