La categoria, riconosciuta da Figc e Csi, è gemellata con ben otto squadre di serie A e altre di categoria inferiore. Ne fanno parte ragazzi con la sindrome di Down o con altre disabilità cognitive e relazionali.
Il progetto si chiama “Calcio e disabilità: fischio d’inizio per la quarta categoria”. Ad aderire a questa iniziativa di integrazione sportiva sono state Milan, Inter, Genoa, Cagliari, Fiorentina, Sassuolo, Lazio e Udinese, e a breve anche la Roma. Loro hanno donato le divise e il kit da gioco «e in più ci sarà, durante l’anno, l’interscambio di tutta una serie di attività che permetteranno a questi ragazzi di vivere finalmente il mondo del pallone da dentro», spiega Valentina Battistini, presidente di Calcio 21, l’associazione sportiva promotrice del torneo.
Attualmente le squadre iscritte al campionato di “quarta categoria” sono otto, tutte della Lombardia. Le partite durano 30 minuti (in due tempi) e sono giocate da due squadre contrapposte di sette giocatori, con cambi illimitati. Il campionato è giunto alla terza giornata e terminerà ad aprile, mentre il 13 maggio si disputerà la finale sul campo della Asd Pontelambrese, nel Comasco. Subito dopo, poi, vedrà la luce anche la Nazionale: «Sarà formata da un giocatore per ogni squadra della quarta categoria e avrà una missione “sociale” _ ha detto la Battistini _. Quest’anno toccherà all’Abruzzo terremotato, dove i nostri ragazzi terranno stage di calcio: saranno loro a insegnare le regole e i fondamentali ad altri atleti con disabilità. Poi, entro il 2018, contiamo di far partire altri campionati regionali come quello lombardo: lo scopo è di arrivare a quota sette regioni coinvolte». Nella quarta categoria giocano squadre miste, aperte sia ai maschi sia alle femmine. E a fine torneo, chi perde retrocederà in quinta categoria mentre le migliori della quinta saliranno di grado. Quasi tutti club, infatti, hanno due formazioni (una più forte e una meno), oppure si cercheranno altre realtà da inserire nel campionato in base al livello di gioco.
Il progetto prevede poi corsi specifici in collaborazione con l’Associazione italiana allenatori calcio, per chi vuole diventare il mister di ragazzi disabili, e ora abbraccia anche la Lega Pro. Il Venezia, infatti, ha appena adottato la Special Arluno, che così è entrata di diritto in quarta categoria, perché l’intento è quello di far partire una serie di iniziative anche nella ex serie C, coinvolgendo alcune squadre dell’Emilia-Romagna, della bassa Lombardia e della Toscana.
“E’ la prima volta che la disabilità entra nel mondo del calcio, quello vero. La Figc, infatti, non è affiliata al Comitato italiano paralimpico _ continua Valentina Battistini _. Siamo partiti con questa operazione di gemellaggio con i grandi club, ma la speranza è che ognuno di loro apra poi un settore “disabili”.
Lo sport, ancora una volta, si presenta come un ideale veicolo di socializzazione e di crescita, un’opportunità per tutte quelle persone finora escluse dal “gioco”.