Biotestamento, un’attesa che dura da un decennio

Eutanasia: Dj Fabo muore in Svizzera. Si ritorna a parlare di fine vita, testamento biologico, cure palliative ecc.. Se ne torna a parlare, ma i fatti ancora non ci sono. Intanto la politica tace, nessuno ha voglia di metterci la faccia. Nessuno ha da guadagnarci, in termini di voti. Perché l’argomento è scomodo, e potrebbe urtare le coscienze di una considerevole fetta di elettori da sempre condizionato, anche politicamente, da una catechesi cattolica storicamente falsa. Ma forse mi sto sbagliando: probabilmente questo è quello che credono i politici. I cittadini, viste le statistiche sul tema, sono più maturi di quanto non sembri, a differenza dei loro rappresentanti politici, più inclini all’autocelebrazione e a dibattere sulla propria sopravvivenza, piuttosto che di etica e libertà individuali.
Di seguito un mio articolo di ben 9 anni fa, attualissimo, provocatorio e non solo. Da allora non è  cambiato niente. Anzi no,  ho cambiato editore, ma questo non c’entra niente. La sofferenza gratuita è sempre un male, e in questo Paese di sofferenza ce n’è davvero troppa. Ma prima, lasciatemi ringraziare Fabiano, per la dignità con cui ha affrontato la sua ultima prova.

Novembre 2008
Caro direttore,
non vorrei tu pensassi che voglio fare uso personale della testata che dirigi. Mi sento in bisogno, e in dovere, dopo aver letto un articolo sul testamento biologico a firma di Giuliano Ferrara pubblicato su  Panorama, di affidare il mio, di testamento, alla testata per la quale ho il privilegio di scrivere.
“Vi chiedo, se mai dovessi finire in coma, in stato vegetativo, in una condizione di vita che non mi appartiene, di non tenermi in vita artificialmente. Rifiuto, oltre alle cure, anche l’idratazione e l’alimentazione forzata . E magari vorrei, questo sì, una dolce morte. Penso di averne tutti i diritti. Penso di doverlo fare oggi, che sono in grado di intendere e volere. Lo voglio scrivere a caratteri cubitali così che non ci sia anche il più insignificante dubbio.
Vi chiedo inoltre di donare, se servono, i miei organi. Così da poter essere utile al prossimo anche nella morte. Questo è ciò che intendo per amore. Non crediate che io non ami la vita, io l’amo e proprio perché l’amo vorrei che avesse un senso anche la mia morte. Non tutti saranno d’accordo ma è una grande prova d’amore e di rispetto nei confronti della mia vita, della vita di mia figlia e di tutti quelli che mi amano. Una persona in SVP non sente dolore, piacere, gusto, fame, sete, nulla. Ma che civiltà e pietas, e codice deontologico detterebbe di continuare a straziare il corpo e il cuore dei familiari?”
Sia ben chiaro questo: lo chiedo solo ed esclusivamente per la mia persona. Per quanto riguarda gli altri, ognuno segua la sua coscienza e i suoi dettami religiosi se ci sono.
Ma sono altrettanto convinto che negarmi questo testamento sia una interferenza che nessuno può permettersi di fare sulla mia pelle.
Se mai Giuliano Ferrara leggesse queste mie righe, mi farebbe piacere sapere che ne pensa, io rispetto la sua posizione che è diversa dalla mia. E vorrei che lui facesse altrettanto.
Valter Nicoletti