Anziani non autosufficienti, l’assistenza negata

In Italia, secondo le stime del Censis, sono oltre 561 mila le famiglie che per pagare l’assistenza a un non autosufficiente hanno dovuto erodere i propri risparmi, vendere l’abitazione o indebitarsi. A confermarlo è anche Emmanuela Bertucci, l’avvocato dell’Auser (l’Associazione per l’invecchiamento attivo). “Le famiglie che hanno un genitore o un suocero bisognosi di assistenza sono centinaia di migliaia. E mentre gli stanziamenti pubblici si assottigliano, il carico delle cure grava sempre più sui familiari”. Secondo l’avvocato Bertucci la situazione negli ultimi anni è ulteriormente peggiorata. “Se fino a poco tempo fa almeno le Asl garantivano la copertura della quota sanitaria, adesso le somme che le regioni stanziano sono sempre più basse, con il risultato che si gonfiano le liste d’attesa. Dimenticano però che queste persone hanno bisogno di assistenza immediata, e ogni giorno di attesa si trasforma in un’agonia per l’anziano e i suoi congiunti”.
La riforma che non c’è
Con il 21,4 per cento della popolazione sopra i 65 anni, l’Italia è lo Stato più vecchio d’Europa. Gli anziani con limitazioni funzionali gravi sono oltre 2,5 milioni (Istat), ma il nostro è l’unico tra i grandi Paesi a non aver riformato il sistema di servizi pubblici rivolti agli anziani non autosufficienti. Franco Pesaresi dirige l’Azienda Servizi alla Persona “Ambito 9” di Jesi ed è tra gli autori del rapporto sull’assistenza agli anziani curato dal Network Non Autosufficienza. “Molti Stati già da anni hanno compiuto vere riforme sulla LTC (Long Term Care). La Germania nel 1995 ha istituito l’assicurazione obbligatoria sulla non autosufficienza, la Francia nel 2002 ha introdotto il sussidio personalizzato per l’autonomia, Il Regno Unito nel 2014 ha approvato il Care Act, dedicando grande attenzione alla Long Term Care. L’Italia invece fa affidamento su fondi che devono essere rifinanziati di anno in anno (e spesso subiscono pesanti sforbiciate) e continua a rimandare una vera riforma del sistema di continuità assistenziale”.
Lasciati soli
A sottolineare che questa deve essere invece una “priorità dell’agenda politica” è stato nelle scorse settimane il direttore dell’Inps Tito Boeri: “La popolazione sopra gli 85 anni da 1,7 milioni passerà a 6 milioni nel 2060 secondo le previsioni demografiche. Le persone bisognose di assistenza di lungo periodo aumenteranno in maniera esponenziale, ma di fronte a questa emergenza lo Stato italiano si sta facendo trovare impreparato, scaricando tutto sulle famiglie”.